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venerdì 7 settembre 2012

Un motivo in più

La settimana scorsa si è conclusa con la congestione e il dover saltare la seduta di allenamento di Domenica. 

Questa settimana di conseguenza, essendo in malattia fino a Mercoledì, salta la prima seduta di allenamento. Martedì infatti, oltre al fatto che per l'azienda fossi dichiarato in malattia e quindi impossibilitato a uscire, avevo un mal di testa molto forte e crampi al ventre post conati. 

Quindi Martedì a letto alle 23, sperando che il Mercoledì sia più piacevole e Giovedì mi permetta di andare in pista e riprendere la preparazione. Crollo come un sasso...

Ore 01:00, mia moglie accende la luce, penso sia insonne come è di solito ultimamente. Ma questa volta sto male e non sono disposto a tollerare. Apro gli occhi e la vedo con gli occhi sbarrati come un gufo.

Mi guarda... E' pallida...
Occhi sbarrati come un Gufo!
Mi guarda e mi dice: "Mi sento male, mi sa che mi porti in ospedale".

Capisco che non c'è da scherzare, aspetto che lei finisca di fare avanti e indietro dal bagno. Ci vestiamo, le prendo un po' di vestiario e scendiamo le scale. Saliamo in auto, e via verso l'ospedale.

Arrivati lì pensiamo, furbi come faine: "Niente pronto soccorso, passiamo dal retro e andiamo in reparto a cercare qualcuno". Porte chiuse, fai il giro, citofona per farti aprire, e iniziamo subito bene con un cazziatone per aver aggirato il pronto soccorso.

La dottoressa ascolta, visita, e via in reparto. Sono passati 40 minuti da quando mi ha svegliato il Gufo!

Andiamo, mia moglie sta male, inizia a contorcersi... Un po' di paura, la mia, molto dolore, il suo.

E' un turbinio di gente che va e che viene, io sono inerme e inutile come il 2 di briscola. Posso solo stare vicino a mia moglie. E così faccio.

Passa poco, altri 45 minuti, e il dolore sparisce, dopo avere toccato vette inimmaginabili. E al dolore lascia il posto la pace, la serenità che solo la visione di tuo figlio può darti. E' piccolo, è prematuro. Ma tu sei lì che lo guardi e pensi che lei è stata davvero brava. Lo portano via e assieme a lui portano via le forze che mi hanno permesso di restare in piedi senza crollare come un sacco di patate. E infatti ora sento le ginocchia cedere! Mi allontano, chiamo i nonni che alle 3 del mattino prima si spaventano per il telefono che squilla e poi, un po' rincoglioniti dal sonno, gioiscono per la notizia.

Lascio mia moglie in reparto a dormire. Torno a casa e proverò a dormire, salvo poi non riuscirci e fare una 24 ore sveglio.

Ora ho un motivo in più per allenarmi come si deve... Dovrò essere resistente anche per lui per ciò che la vita ci riserverà.

Buona Corsa!

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